Non è un monarca assoluto, come un tempo lo furono alcuni re.
È tutto il contrario: egli è il garante dell'ubbidienza.
Egli è il garante del fatto che noi non siamo dell'opinione sua o di chicchessia, ma che professiamo la fede di sempre della Chiesa che egli, "opportune importune", difende contro lo opinioni del momento”.
JOSEPH RATZINGER - dalla "Omelia del 22 agosto 1999 nella St. Johannes Kirche" in "Le Omelie di Pentling"
“Si dovrebbe evitare
soprattutto l’impressione che il Papa (o l’ufficio in genere) possa solo
raccogliere ed esprimere di volta in volta la media statistica della fede viva,
per cui non sia possibile una decisione contraria a questi valori statistici
medi (i quali sono poi anche problematici nella loro constatabilità).
La fede si norma sui dati oggettivi della Scrittura e del dogma, che in tempi
oscuri possono anche spaventosamente scomparire dalla coscienza della
(statisticamente) maggior parte della cristianità, senza perdere peraltro in
nulla il loro carattere impegnante e vincolante.
In questo caso la parola del Papa può e deve senz’altro porsi contro la
statistica e contro la potenza di un’opinione, che pretende fortemente di
essere la sola valida; e ciò dovrà avvenire con tanta più decisione quanto più
chiara sarà (come nel caso ipotizzato) la testimonianza della tradizione.
Al contrario, sarà possibile e necessaria una critica a pronunciamenti papali,
nella misura in cui manca a essi la copertura nella Scrittura e nel Credo,
nella fede della Chiesa universale.
Dove non esiste nè l’unanimità della Chiesa universale nè una chiara
testimonianza delle Fonti, là non è possibile una decisione impegnante e
vincolante; se essa avvenisse formalmente, le mancherebbero le condizioni
indispensabili e si dovrebbe percio’ sollevare il problema circa la sua
legittimità”.
Joseph Ratzinger, Il nuovo Popolo di Dio", Brescia, 1971, pp. 157/158
“Il Romano Pontefice è – come
tutti i fedeli – sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è
garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà
voce alla volontà del Signore, che parla all’uomo nella Scrittura vissuta ed
interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopè del Primato ha i
limiti che procedono dalla legge divina e dall’inviolabile costituzione divina
della Chiesa contenuta nella Rivelazione”.
Joseph Ratzinger, Congregazione per la dottrina della fede, “Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa” (1998)