depositum fidei depositum amoris

Potremmo guardare alla successione apostolica (dato che απόστολος, apóstolo, sta per 'inviato') come ad una mirabile staffetta. 
Cosa ci si passa in questo andare (in fretta, di corsa!)? La fede in Cristo Gesù, il suo Vangelo. 
In cosa consiste questo Vangelo? Nel comandamento dell'amore.
E se un vescovo, propriamente successore degli apostoli, coltivasse rancore e persino odio, in che cosa è succedaneo degli apostoli? 
Nel vestire? Nel comandare? Nel trafficar quattrini "per la gloria di Dio"??


1. Mi turba scoprire che così la pensino i protestanti, che sarebbero eretici.

Mi consola, però, leggere quanto affermava il papa Paolo VI: "Gli Apostoli, e perciò i Vescovi loro successori, sono i rappresentanti, o meglio i veicoli, gli strumenti della carità di Cristo verso gli uomini" (Omelia nell'Ordinazione di dodici Vescovi, Kololo 1.8.1969)!!!
2. Se la successione fosse data, solo o soprattutto, dalla genealogia episcopale, allora, sembra che anche Agostino De Caro sia Vescovo.
3. Si avvicina la Messa del giovedì santo. Quella sera si ricorderanno le tre "invenzioni" più importanti di Gesù Cristo: l'Eucaristia, i preti e il comandamento dell'amore. 
Che si ricordi che stanno tutt'e tre insieme: l'amore, la fede nell'Eucaristia e i preti. L'uomo non osi separare ciò che Dio ha unito!

«Siccome la fonte e l’origine di tutto l’apostolato della Chiesa è Cristo, mandato dal Padre, è evidente che la fecondità dell’apostolato », sia quello dei ministri ordinati sia quello « dei laici, dipende dalla loro unione vitale con Cristo» (Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 4).
 Secondo le vocazioni, le esigenze dei tempi, i vari doni dello Spirito Santo, l’apostolato assume le forme più diverse. Ma la carità, attinta soprattutto nell’Eucaristia, rimane sempre «come l’anima di tutto l’apostolato» (Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 3).